Mi chiamo Antonio, mi sono trasferito a Milano nel 1967.
Dopo circa un anno mi sono sposato e con mia moglie abbiamo avuto il primo figlio nel 1970.
La dottoressa di famiglia si accorse subito che il bambino aveva dei problemi. Fatti gli esami scoprimmo che io e mia moglie eravamo portatori di Anemia Mediterranea (Talassemia) e che nostro figlio era anemico. Cominciarono per mio figlio subito le trasfusioni di sangue, i primi tempi una ogni due mesi, poi sempre più frequenti.
Dopo 4 anni ebbi un altro figlio. Il primario dell’ospedale e la nostra dottoressa di famiglia ci avvisarono del rischio che potevamo avere un altro figlio talassemico ma ci lasciarono qualche speranza dicendoci che poteva nascere solo portatore della malattia come lo eravamo noi.
Purtroppo il secondo bambino nacque con la stessa malattia e per noi iniziò una doppia sofferenza. Cominciammo a cercare da tutte le parti chi ci poteva aiutare, nella disperazione consultammo persino i maghi, gli indovini e i “guaritori” che ci prosciugarono le tasche approfittando della nostra situazione.
Nel 1978 andammo all’ospedale S Matteo di Pavia da un Professore specialista di questa malattia che non ci diede nessuna speranza di guarigione anzi , ci avvisò che i nostri figli sarebbero presto morti. Fu un colpo al cuore tremendo non riuscivo più a riprendermi.
Nella ditta dove lavoravo c’era un mio collega che era un credente evangelico e avendo saputo della malattia del primo figlio mi aveva invitato ad andare in chiesa dicendomi che spesso pregavano per me e mio figlio.
Passarono 7 anni dal primo invito, finchè un giorno il mio collega mi disse : “Quando ti deciderai a rivolgerti al Signore?” Era arrivato il momento per me di piegarmi davanti all’invito di Gesù. Andammo a casa sua, c’era il Pastore Germano Giuliani. Era la prima volta che sentivo parlare di Dio in un modo tutto nuovo, mi colpì’ la semplicità del Pastore Giuliani, persona molto colta che si umiliava davanti al Signore con una semplicità che mi toccò il cuore. Dopo aver pregato tornammo a casa.
Il giorno dopo mi svegliai con il pensiero rivolto a Dio.
Era la prima volta che pensavo al Signore. I miei colleghi si accorsero che qualcosa stava cambiando nella mia vita .Infatti quando arrivavo a lavoro cominciavo subito a cantare le canzoni napoletane, ma quella mattina il mio pensiero era rivolto al Signore.
Mi appartai e gridai con tutto il cuore e dissi:” Signore se esisti aiutami.” Appena pronunciate quelle parole mi sentii invadere tutto il corpo da una sensazione di liberazione. Tutto il peso insopportabile che avevo sulle spalle che mi schiacciava cadde per terra.
Tornato a casa andai all’ospedale , i bambini stavano facendo la trasfusione.
Raccontai a mia moglie l’esperienza che avevo fatto invocando il Signore e mi disse che anche lei aveva fatto la stessa esperienza. Il giorno dopo era domenica, decidemmo di andare nella chiesa evangelica di viale Pasubio a Milano anche se i nostri parenti erano contrari.
Quando entrammo incontrai il mio collega che fu felice di vedermi. Il fratello Giuliani fece testimoniare quelli che avevano sperimentato delle guarigioni. Mentre raccontavano le meraviglie che Dio aveva fatto in loro io e mia moglie ci mettemmo a piangere, era un pianto liberatorio.
Da quel giorno non ho più pensato alla malattia dei miei figli, il mio primo pensiero era quello di conoscere Dio con tutto il mio cuore. Cominciai per la prima volta a leggere la Bibbia. Le prime parole che toccarono il mio cuore furono:
“venite a me voi tutti che siete stanchi e oppressi ed io vi darò riposo” (ev. Matteo 11:28) ed ancora
“cercate prima il regno di Dio e tutto il resto vi sarà sopraggiunto” (ev. Matteo 6:33).
Sono passati 31 anni da quel giorno e posso affermare che sono gli anni più belli della mia vita.
Il 24 Gennaio 1996 il Signore chiamò a casa il mio primo figlio Raffaele, aveva 25 anni e 8 mesi.
Il giorno della sua morte benché fosse un giorno triste , io sentivo una pace nel cuore al punto che invece di essere consolato da amici e parenti dovetti incoraggiarli.
Solo il Signore può fare questi miracoli. Davide; non accettò la dipartita del fratello, si vergognava della sua malattia. Suo fratello Raffaele era per lui un vero sostegno Si ribellò a Dio, voleva delle risposte che non arrivavano. Tutti e due cantavano nella Corale di Corsico ma dopo la morte del fratello lasciò la corale e purtroppo anche la chiesa. Quando lo invitavamo a tornare in chiesa ci rispondeva:” Non pensate che mi sia dimenticato di Dio, assolutamente no, ma aspetto delle risposte.”
Nell’agosto del 2005 Davide incominciò a stare male, il suo cuore faceva molta fatica e così incominciò ad entrare e uscire dagli ospedali. L’ultimo ricovero fu all’ospedale Humanitas di Rozzano.
La notte tra il 23 e il 24 Ottobre il Signore parlò a Davide. Il giorno seguente mio figlio chiese al dottore di staccare i macchinari che aiutavano il suo cuore a funzionare . Dissi al dottore di non farlo e quando chiesi a Davide il perché di quella richiesta mi disse:”
Papà questa notte sono stato in comunione con il Signore e mi ha detto che la nostra malattia e per la salvezza di molti. Il nostro compito ora è finito, dobbiamo tornare a casa.” Il 29 ottobre alle ore 7del mattino ci abbracciammo e sul letto Davide pronunciò le sue ultime parole e disse: ”Signore fa che sia pronto , aiutami”.
Se pur la dipartita dei miei figli ha lasciato un gran vuoto nei nostri cuori siamo felici che hanno finito di soffrire in questo mondo.
Ora sono alla presenza di Dio e godono il meritato premio che il Signore ha promesso a tutti quelli che credono in Lui. Se resteremo fedeli sino alla fine li vedremo insieme al nostro amato Salvatore Gesù. Cristo. Gesù disse:
“Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà “
(Ev.Giovanni 11:25)
Antonio S.